Nel corso della pandemia è aumentata la richiesta di prodotti per la sanificazione delle superfici, e in particolare in molti locali pubblici o di lavoro si sono intensificate le procedure di pulizia. 
Sicuramente è opportuno che tali prodotti siano soggetti a una valutazione del rischio per individuare le corrette modalità di impiego tali da organizzare anche le opportune misure di prevenzione e protezione per gli utilizzatori e i lavoratori che manipoleranno o utilizzeranno i prodotti, o rientreranno nelle aree sanificate. 


Nel D.Lgs. 81/2008 si parla espressamente dei lavoratori individuati per le attività di pulizia, disinfezione e sanificazione, che dovranno tra l’altro essere opportunamente formati sui pericoli dei prodotti da utilizzare e sulle corrette procedure per il loro impiego, compreso l’utilizzo di appositi dispositivi di protezione individuale.

 L’identificazione delle condizioni di uso sicuro di prodotti chimici, quali i prodotti disinfettanti/sanificanti, prevede quindi una valutazione dei livelli prevedibili di esposizione attraverso l’utilizzo di modelli che simulano le condizioni operative.

La valutazione del rischio chimico è un processo complicato che deve prendere in considerazione vari aspetti. Non basta considerare la sostanza utilizzata e le sue proprietà: bisogna considerare l’ambiente in cui viene utilizzata, il processo produttivo, le condizioni di utilizzo e la possibilità che si creino prodotti di reazione. 

Bisogna considerare inoltre tutte le fasi della vita della sostanza chimica (dallo stoccaggio allo smaltimento).

Per questo motivo il processo di valutazione del rischio chimico richiede un approfondito sopralluogo in azienda finalizzato all’individuazione di tutti i prodotti chimici e allo studio dell’utilizzo dei vari prodotti in ogni fase lavorativa.  

ID.Lsg. 81/2008 dedica alle sostanze pericolose il Titolo IX determinando i requisiti per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza che derivano dagli effetti degli agenti chimici presenti sul luogo di lavoro. 

Il rischio per la salute, qualora non fosse gestito in modo adeguato, si potrebbe manifestare con diversi disturbi a danno del lavoratore che possono essere anche gravi, manifestandosi con irritazioni cutanee che nelle forme più gravi e violente possono provocare ustioni chimiche; Irritazioni degli occhi e delle vie respiratorie;

effetti sul sistema nervoso (vertigini, sonnolenza, perdita di sensi, ecc.) ed effetti teratogeni che possono comportare mutazioni a danno del feto; effetti sulla fertilità ed effetti cancerogeni. Qualora una sostanza chimica presentasse caratteristiche cancerogene, la valutazione del rischio necessita anche di una approfondita valutazione del rischio cancerogeno. 

I rischi per la sicurezza invece sono rappresentati da: incendio (dovuta dall’infiammabilità delle sostanze chimiche), esplosione (dovute dalla formazione di atmosfere esplosive sia per la produzione di vapori infiammabili sia per la reazione violenta tra sostanze incompatibili tra loro) o di natura infortunistica, se causata da scivolamento per via di dispersioni di sostanze sulla pavimentazione. 

Pertanto, una corretta progettazione dell’ambiente e della postazione di lavoro, un’adeguata conoscenza dei prodotti utilizzati, un’adeguata organizzazione dei processi produttivi, la formazione dei lavoratori sui rischi derivati dall’utilizzo agenti chimici insieme alla sorveglianza sanitaria effettuata dal Medico Competente, garantiscono un costante monitoraggio delle condizioni di salute del lavoratore permettendo di intervenire prima del manifestarsi di qualsiasi disturbo.