Cosa succede se a seguito della visita medica risulto positivo al test riguardo l’uso di sostante stupefacenti?

Nel caso in cui il Medico Competente risulti la positività del lavoratore a sostanze stupefacenti, a seguito della conferma dell’ASL, provvede ad informare il lavoratore dell’esito positivo. Questo tipo di informazione può anche essere colta in modo umiliante dal lavoratore, soprattutto nel caso in cui (circa il 95% dei casi) questi sia soltanto un consumatore occasionale.

L’invio al Ser.T. serve per rilasciare la certificazione prevista dalla normativa e dovrà dichiarare se il lavoratore oggetto d’esame è tossicodipendente o meno.

Qualora il lavoratore risulti essere tossicodipendente verranno ripetute le analisi urinarie, verrà effettuata l’analisi del capello e la conseguente visita del medico.

In ogni caso non verrà mai informata, né da parte del Ser.T né dal Medico Competente, la commissione di verifica delle patenti, anche nel caso in cui la patente sia di tipo professionale (viene utilizzata sul posto di lavoro).

Una volta ottenuta la certificazione il medico competente dovrà necessariamente comportarsi di conseguenza: il lavoratore verrà sottoposto a controlli a sorpresa una volta al mese per sei mesi, nel caso in cui i risultati saranno negativi sarà consentito al lavoratore di ritornare a lavoro precedentemente sospeso.

Il pericolo di perdere il lavoro resta comunque: si consideri ad esempio le piccole e le medie imprese nelle quali non vi è possibilità di essere adibiti ad alter mansioni; o nel caso in cui il contratto sia di tipo determinato. Il datore di lavoro ha facoltà di non rinnovare il contratto.

Le direzioni aziendali, d’altro canto, sono tenute a tenere il massimo riserbo sulla questione: sebbene sia vero che il medico competente non rilascia alcuna informazione, è palese che se un lavoratore viene sospeso da una mansione specifica subito dopo aver effettuato il testo è palese il motivo. Inoltre il datore di lavoro paga tutti gli accertamenti, inclusi il passaggio al Ser.T. e riceverà oltretutto la fattura con tutte le specifiche degli esami effettuati.

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Secondo le indicazioni ministeriali se il lavoratore che rientra nel decreto relativo agli accertamenti sanitari (Provvedimento del 30 Ottobre 2007) venisse trovato positivo all’esame di sostanze psicoattive, deve essere sospeso dalla sua attività lavorativa ed invitato dal datore di lavoro a presentarsi al Servizio Tossicodipendenze per iniziare un percorso di cura.

Quali effetti ha la cannabis sul lavoratore?

La cannabis impoverisce le capacità intellettuali, ed in particolare:

  • favorisce disturbi psichici;
  • aumenta il rischio di diventare psicotici (specie se si consuma durante l’adolescenza);
  • riduce le capacità di guida;
  • se si è incinta, aumenta il rischio che il bambino nasca sottopeso.

Lo “spinello”, sebbene sia classificato come droga leggera, causa una forte dipendenza: di fatti uno su sei fra coloro che ne fanno uso abituale ne diventa dipendente, con un conseguente aumento di tutti i rischi su citati ed un peggioramento dello stato di salute.

Per chi mentalmente è bordline, inoltre, potrebbe risvegliarsi con disturbi psicotici gravi ed un rischio di aumento di schizzofrenia.

Mettersi alla guida dopo aver assunto marijuana raddoppia i rischi di incidente, anche se questa statistica non è facilmente interpretabile considerando che spesso alla marijuana è associato quello di alcol.

La “canna” è in grado di causare danni importanti e gravi, ed è, infatti, paragonata ad eroina e alchol, le conseguenze però sono spesso sottostimate ed anzi è socialmente più accettata rispetto alle altre droghe.

Hall, noto scienziato, a seguito di uno studio sulle conseguenze delle droghe si è così espresso:

Sebbene non porti come l’eroina a una morte per overdose, esistono una serie di conseguenze a lungo termine molto gravi se non fatali: lo spinello rientra infatti nel novero delle cause di bronchiti, tumori, crisi respiratorie e attacchi cardiaci.

Gli scienziati, inoltre, avvertono che specie se in famiglia si sono già verificati casi di malattie mentali, questa sostanza può scatenare definitivamente la malattia, soprattutto se l’assunzione avviene durante gli anni dell’adolescenza.

I ricercatori hanno concluso dicendo che è necessaria una campagna di sensibilizzazione mirata sulla marijuana dove si specifichi definitivamente che la cannabis non è affatto una “safe drug”.

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