La normativa vigente in materia di antiriciclaggio si è sviluppata tenendo conto gli standard internazionali e le direttive europee. La materia è disciplinata dal decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, che ha recepito le direttive europee in materia (2005/60/CE, (UE) 2015/849, (UE) 2018/843) e, per i profili di contrasto del finanziamento del terrorismo e dell’attività di Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale, dal decreto legislativo 22 giugno 2007, n. 109. Questi testi normativi sono stati modificati, da ultimo, dal decreto legislativo 4 ottobre 2019, n. 125, recante alcuni interventi correttivi e disposizioni di recepimento della quinta direttiva antiriciclaggio (2018/843). Ulteriori modifiche al regime dell’utilizzo del contante sono state apportate dal decreto legge 26 ottobre 2019, n. 124, convertito con modificazioni dalla legge 19 dicembre 2019, n. 157.
In conformità della disciplina comunitaria, il d.lgs. 231/2007 ha adottato una nozione di riciclaggio che comprende anche le attività di autoriciclaggio, vale a dire l’impiego in attività economiche o finanziarie dei proventi illeciti da parte di coloro che hanno commesso o concorso a commettere il reato presupposto. Il sistema di prevenzione del riciclaggio si fonda sulla collaborazione tra operatori, autorità amministrative, organi investigativi e autorità giudiziaria.
INDIVIDUAZIONE DEI COMPITI E RESPONSABILITÀ DEI PROFESSIONISTI
Gli adempimenti antiriciclaggio devono essere organizzati tenendo conto della struttura e delle caratteristiche dello studio professionale.
In caso di entità complessa, è opportuno stilare e conservare:
– l’organigramma dei soggetti interessati;
– la nomina per iscritto degli incaricati e dei responsabili al trattamento dei dati ai fini antiriciclaggio che riceveranno adeguata formazione e le deleghe scritte dei professionisti ai dipendenti/collaboratori con specifico riferimento agli adempimenti delegati e la sottoscrizione per accettazione dei dipendenti/collaboratori stessi;
– il piano di formazione dei soggetti interessati con il riferimento agli eventi formativi a cui si è partecipato;
– il piano di controllo interno per le verifiche di corretto adempimento dei vari obblighi.
Il Professionista
Il professionista di riferimento (es. notaio, commercialista, avvocato, ecc.) del cliente assume i seguenti compiti:
- imposta e attua procedure di controllo interno per la verifica del corretto adempimento degli obblighi/adempimenti antiriciclaggio;
- dispone ed attua il programma di formazione dei soggetti interessati alla normativa nell’ambito dello studio;
- accetta l’incarico professionale e formalizza con il cliente il relativo mandato;
- determina il tipo di adeguata verifica da adottare (ordinaria, semplificata, rafforzata), a seconda della tipologia del cliente e della situazione;
- imposta ed esegue correttamente l’adeguata verifica del cliente secondo l’approccio basato sul rischio, raccogliendo i documenti e le informazioni rilevanti ai fini antiriciclaggio;
- imposta ed esegue correttamente gli obblighi di registrazione e di conservazione dei dati raccolti;
- esegue il controllo costante ai fini dell’adeguata verifica;
- segnala eventuali operazioni sospette di riciclaggio o finanziamento al terrorismo;
- comunica le infrazioni all’utilizzo del contante.
Responsabile Antiriciclaggio (RA)
Laddove individuato, è compito del RA verificare l’idoneità delle procedure deputate alla prevenzione del rischio di riciclaggio/finanziamento del terrorismo rispetto alla tipologia di operazioni, di clientela, di aree geografiche e adottare ogni iniziativa utile ad adeguare la procedura stessa. Se il RA non è stato nominato, le relative attività sono svolte dal professionista.
Le principali funzioni svolte dal RA sono:
- definire, formalizzare, aggiornare la procedura antiriciclaggio, monitorarne il rispetto con il supporto dei soggetti coinvolti;
- verificare la completezza e l’accuratezza degli adempimenti antiriciclaggio effettuando controlli periodici sulle
registrazioni in archivio anche tramite estrazioni e comparazioni con gli altri database di studio;
- coordinare e pianificare le attività di formazione, aggiornamento e sensibilizzazione del personale in materia di antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo;
- verificare e mantenere adeguata documentazione della rispondenza del software di gestione dell’archivio agli standard tecnici;
- interagire con i collaboratori quando necessario, interessando i responsabili di studio in caso di negligenze reiterate;
- gestire gli errori formali e di caricamento prodotti dall’archivio;
- analizzare i movimenti finanziari rilevanti al fine di individuare eventuali indizi di operazioni sospette, ove rilevantinell’ambito della prestazione professionale fornita ovvero evidenziati dal collaboratore/dipendente.
Al Responsabile Antiriciclaggio è affidata anche la responsabilità di:
- favorire la diffusione e conoscenza della normativa antiriciclaggio nell’ambito dello studio;
- mantenere un archivio aggiornato delle disposizioni di natura legislativa e regolamentare;
- tenere i rapporti con le Autorità di vigilanza (UIF) e investigative/inquirenti, per quanto riguarda il ricevimento di comunicazioni e le richieste in materia di antiriciclaggio e antiterrorismo;
- rappresentare lo studio in sede di ispezione da parte delle Autorità di vigilanza competenti per l’antiriciclaggio;
- collaborare alla predisposizione di eventuali controdeduzioni a verbali ispettivi.
Collaboratori/Dipendenti
Collaboratori e dipendenti dello studio rappresentano un elemento fondamentale nella gestione della procedura antiriciclaggio dello studio professionale. Essi, rappresentando il punto di forza dello studio nella fase di monitoraggio dei clienti nel corso dell’anno, devono coadiuvare il RA o il professionista nel monitoraggio costante delle operazioni, per verificare se queste possano essere riconducibili ad operazioni di riciclaggio o finanziamento al terrorismo.
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