Secondo i dati INAIL pubblicati il 30 luglio, nei primi sette mesi dell’anno i morti sul lavoro erano circa tre al giorno, già 538. E il numero delle vittime nelle prime due settimane di agosto è cresciuto ancora.
Le morti sul lavoro sono una piaga in Italia, aumentano nel 2021 tra i giovani, diminuiscono rispetto allo stesso periodo 2020 nel quale un peso enorme lo ha avuto anche il Covid.
Il confronto tra il 2020 e il 2021, come detto, richiede però cautela, in quanto i dati delle denunce mortali degli open data mensili, più di quelli delle denunce in complesso, sono provvisori e influenzati fortemente dalla pandemia, con il risultato di non conteggiare un rilevante numero di “tardive” denunce mortali da contagio Covid-19, in particolare del mese di marzo 2020.
Si fa notare, inoltre, che i decessi causati dal Covid-19 avvengono dopo un più o meno lungo periodo di tempo intercorso dalla data del contagio. Queste tragiche morti sul lavoro in Italia riguardano giovani e meno giovani e impongono una riflessione circa la garanzia della sicurezza dei lavoratori.
È triste pensare che si debba perdere la vita mentre si esercita quello che riconosciamo come un diritto fondamentale, il diritto al lavoro.
INAIL suddivide le morti sul lavoro anche a livello territoriale confrontando i dati 2020 con quelli del 2021:
- i casi mortali nel Nord-Ovest passano da 213 a 128;
- nel Nord-Est passano da 107 a 118;
- al Centro si passa da 101 a 102;
- al Sud si passa da 115 a 157;
- nelle Isole si passa da 34 a 33.
INAIL nei dati sulle morti sul lavoro si sofferma anche sul decremento tra i primi 6 mesi 2020 e il primo semestre 2021 per genere:
- per la componente femminile i casi mortali denunciati sono passati da 60 a 51 (-15,0%);
- la componente maschile è passata da 510 a 487 casi (-4,5%).
Dall’analisi per classi di età si segnala l’aumento di morti sul lavoro per i giovani tra i 20 e 29 anni (6 decessi in più) e per la fascia 40-54 anni (+28 casi). Diminuiscono invece per la fascia d’età 30-39 anni (-7 casi) e over 55 (-59 decessi, da 307 a 248 casi).
Le morti sul lavoro sembrano colpire maggiormente alcuni settori come l’edilizia e l’agricoltura.
L’Industria e servizi segna un -11,5% passando da 505 a 447 denunce con esito mortale.
Un problema quello delle morti sul lavoro che riguarderebbe anche e soprattutto la prevenzione e la formazione per la sicurezza, cui si aggiunge anche la tendenza al risparmio con il ricorso al lavoro nero.
Quello della corretta formazione e dei controlli circa il rispetto delle regole in termini di sicurezza sul lavoro diviene un tema urgente da affrontare per ridurre il rischio di morti sul lavoro
Sono due le direzioni da prendere secondo il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali:
- contrasto da un lato;
- prevenzione, formazione e informazione dall’altro.
Un primo passo è stato fatto con l’introduzione di un sistema di verifica della congruità dell’incidenza della manodopera impiegata nella realizzazione di lavori edili, sia pubblici che privati.
Tuttavia, c’è da ricordare che dietro ogni numero, dietro ogni dato percentuale c’è un nome, ci sono storie di famiglie, di città e di luoghi.