Lavoro e Prevenzione

Il lavoro è un elemento centrale nella vita delle persone, pertanto salute, sicurezza e benessere devono essere adeguatamente tutelati.

Oggi siamo di fronte ad una nuova realtà, l’impresa 4.0, dove nascono nuove professioni e ne spariscono altre considerate obsolete.

Purtroppo vengono a mancare sempre più frequentemente le certezze all’interno della nostra società, ciò ci porta ad avvicinarci alla “società liquida” descritta da Bauman, che sostiene il cambiamento dolce e lento affinché non provochi danni.

Le invenzioni tecnologiche hanno sempre avuto l’obiettivo di alleggerire l’uomo liberandolo dalla fatica, ma lui ha sempre fatto fatica ad accettare quelle macchine che svolgevano il proprio lavoro manuale.

Come dovrebbe cambiare il paradigma di formazione e lavoro?

Nel momento stesso in cui varia la tipologia di lavoro svolto è necessario che ci sia un cambiamento dei modelli formativi.

Il processo tradizionale è caratterizzato dai seguenti tre elementi consecutivamente:

  1. lavoro
  2. formazione
  3. cambiamento.

Il paradigma attuale dovrebbe essere, invece, differente per tenere conto del cambiamento, rimodulandosi nel seguente modo:

  1. formazione
  2. cambiamento
  3. lavoro.

Cosa prevede il D. Lgs. 81/2008?

Il decreto prevede figure specifiche formate in un certo modo, ad esempio RSPP, ASPP, RLS, preposti, addetti primo soccorso, addetti servizio antincendio, ecc.

Ci si chiede, però, come mai nonostante ci sia la presenza obbligatoria in tutte le aziende di queste figure specializzate gli infortuni non diminuiscano.

Una soluzione a tutto questo c’è, sarebbe opportuno partire dal Documento di Valutazione Rischi (DVR) e pensare attivamente alle azioni di miglioramento.

Come deve essere strutturata la formazione?

Considerato che la normativa non è al passo con i tempi, fare formazione significa formare il lavoratore direttamente sul luogo di lavoro, con un rapporto e un dialogo diretto tra allievo e docente.

Il docente deve, inoltre, necessariamente avere titoli e capacità adeguate allo svolgimento del proprio ruolo, per questo il D. Lgs. del 6 Marzo 2013 è considerato un buon punto di partenza.

Il formatore deve essere un vero e proprio coach che abbia una visione prospettica del progetto aziendale, andando oltre l’approccio classico di insegnamento, che utilizzi metodologie innovative sia tecniche che didattiche.

La stretta correlazione con lo sviluppo aziendale è fondamentale e la formazione è l’elemento chiave che consente il cambiamento continuo del lavoro e lo sviluppo di nuove professionalità.