I piedi sono una delle parti del corpo che più è esposta a rischi. Oggi raccontiamo alcuni episodi realmente accaduti riguardo l’assenza di adeguati dispositivi di protezione individuali (DPI) ed i conseguenti incidenti avventui. In particolare si farà riferimento a quali siano stati i fattori casuali e come si sarebbero potuti prevenire indossando DPI che proteggessero dai rischi elettrici e termici.
Quali sono i tre casi?
Il primo caso riguarda un infortunio avvenuto in un reparto di fusione. L’operatore era intento a manovrare tramite un carro ponte un recipiente per il metallo fuso da inserire nel forno.
Nel corso di questa operazione, a travaso ultimato, un improvviso deflusso della colata ha urato la traversa superiore del recipiente provocando un getto di colata che ha colpito gli arti inferiori dell’operatore procurandogli lesioni al piede destro. Infatti il materiale incandescente è penetrato all’interno della calzatura. La calzatura non era resistente al rischio termico, in quanto non DPI.
I fattori causali dell’incidente sono stati:
- DPI non idonei;
- Recipiente mal posizionato.
Il secondo caso riguarda invece il rischio elettrico.
Il lavoratore è intervenuto su di un quadro elettrico a causa di un guasto al motore elettrico di un impianto di areazione di betonaggio. Ha disattivo il quadro elettrico e con un cacciavite ha spinto un interruttore che ha causato l’incollaggio dei contatti di un secondo interruttore provocando un corto circuito “franco”. Il lavoratore è stato quindi investito da una fiammata alla mano destra, al braccio destro, alla spalla destra ed al volto.
L’infortunato doveva provare le apparecchiature elettriche con dei tester ed inltre era sprovvisto dei vari DPI (visiera, guanti, tuta e scarpe) di-elettrici.
I fattori causali di questo secondo incidente sono stati:
- Mancanza di DPI elettrici;
- L’infortunato prima di intervenire non ha provato le apparecchiature elettriche con dei tester ed intervenendo sul quadro elettrico ha generato un arco elettrico.
Il terzo caso riguarda la perdita di equilibrio di un lavoratore.
Durante il trasporto di paletti il lavoratore era posizionato sul cassone di un rimorchio trainato da un trattore. Ad un tratto il lavoratore perde l’equilibrio (non gli erano state fornite scarpe di sicurezza antiscivolo) e a causa della mancanza di sponde nel cassone cade a terra procurandosi la frattura della gamba sinistra.
I fattori causali di questo terzo incidente sono stati:
- Cassone Rimorichio senza sponde;
- Il lavoratore non indossava nessuna scarpa di sicurezza che che gli abbia impedito di perdere l’equilibrio.
Come prevenire?
Come è evidente da questi accadimenti, l’uso di scarpe di sicurezza non è solo obbligatorio in caso di rischi di schiacciamento, ruti e tagli, ma è caldamente consigliato ad esempio nei casi più o meno gravi come i rischi chimici, biologici, fisici, elettrici e termici. Infatti sversamento di prodotti chimici, contatti con materiali biologici, umidità, acqua e temperature elevate possono provocare infortuni più o meno gravi per qualunque lavoratore.
Come indicazione possiamo dare le seguenti direttive nel caso del rischio elettrico:
- calzature conduttive o almeno antistatiche: quelle conduttive (sigla C, classi I o II), sono necessarie quando occorre ridurre al minimo le cariche elettrostatiche potenziali causa di scintille (es. nella manipolazione di esplosivi) ed invece, al contrario, sono da evitare accuratamente se non è stato completamente eliminato il rischio di scosse elettriche prodotte ad esempio da elementi sotto tensione
- calzature isolanti o dielettriche “(sigla I, pittogramma con doppio triangolo) sono solo di classe II, cioè interamente di gomma (cioè interamente vulcanizzate) o di materiale polimerico (cioè interamente formate) e sono necessarie quando si ha rischio di scosse elettriche (es. nelle installazioni elettriche/ lavori elettrochimici, se ci sono apparecchi elettrici danneggiati con elementi sotto tensione)
Mentre nel caso del rischio termico, si possono avere: calzature che isolano il piede dal calore (HI), da usare quando si prevede presenza di forte calore (es. se si deve calpestare una superficie calda, come nei lavori di bitumazione stradale o nella siderurgia), oppure, al contrario, calzature che isolano dal freddo (CI) (ad es. per lavori all’esterno a basse temperature o industria alimentare con conservazione a freddo)
Esistono inoltre calzature con protezioni particolari per attività specifiche, come nel caso di calzature resitenti:
- al calore e spruzzi di metallo fuso, come può avvenire in fonderia o in saldatura, per cui è richiesto l’uso di specifica calzatura atta a proteggere contro i rischi termici”;
- al taglio da motosega a mano (sega a catena), sempre necessarie in tutte le attività che comportano il maneggiare una sega a catena (ad es. lavori boschivi, costruzioni, industria del legno, ecc.); sono marcate con un pittogramma supplementare rappresentante una sega a catena ed un livello di protezione (riferito alla velocità utilizzata nella prova). È importante che i pantaloni siano infilati all’interno della calzatura sotto il materiale di protezione. Il livello di protezione dipende dalla velocità della catena”;
- agli incendi: “le calzature resistenti ai rischi per la lotta agli incendi (protezione dal fuoco F) hanno una classificazione complessa ma, in estrema sintesi, sono marcate con un pittogramma apposito e un simbolo (Hln) che indica il livello di protezione relativo all’isolamento dal caldo”.
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